Posta in area centrale del golfo di Gaeta (Riviera di Ulisse), è la principale e più popolosa frazione (circa 8000 abitanti) del comune di Minturno.
Di origine ausona con il nome di Pirae, non partecipò alle guerre della “Pentapoli Aurunca” (come invece la vicina Minturnae) contro i romani nella seconda metà del IV secolo a.C., e venne perciò risparmiata dai vincitori, che, al contrario delle città sconfitte, ne fecero sede di “villae”. Dell’antica Pirae sono ancora visibili le mura megalitiche e parte di una porta d’ingresso alla città, oggi in terreno privato, ma visitabile su prenotazione.
Attorno al 115 a.C., il suo porto ed una villa sontuosa furono proprietà di Marco Emilio Scauro, princeps senatus, da cui, in seguito, la località prese il nome.
Nel medioevo fu parte del Ducato di Gaeta e, per breve tempo, del Ducato di Traetto, come gran parte del territorio circostante, seguendone le alternanti vicende. Fondamentalmente, in ogni caso, fu per lo più un borgo di pescatori.
Il 6 Maggio 1435, partendo da Scauri, Alfonso IV d’Aragona il Magnanimo cominciò la sua campagna militare che lo portò ad essere incoronato nel 1443 “Re Utrusque Siciliae”. Oggi un monumento accanto alla darsena di Scauri ricorda l’evento
Molto ebbe a soffrire la località per le incursioni dei saraceni, che spesso fecero della piana del Garigliano e del Golfo di Gaeta loro basi temporanee, nonché posti dove reclutare forzatamente schiavi e marinai. E Scauri, da sempre dedita alla pesca, fu un buon bacino di cattura per Dragut ed i suoi. Per avvistare per tempo l’arrivo dei nemici in territorio scaurese (ed in aree limitrofe lungo la costa) vennero costruite torri di avvistamento. L’unica, parzialmente, arrivata fino a noi è la cosiddetta “Torre dei Cavallari” posta sui roccaforti del Monte d’Oro
Spesso i pescatori scauresi durante gli assalti nemici chiesero aiuto agli abitanti della vicina Traetto (oggi il centro storico di Minturno), ovvero coloro che, nell’VIII secolo d.C., dalla fiorente città romana di Minturnae (erede ricostruita dell’originale città ausone rasa al suolo al termine delle guerre romane contro la Pentapoli Aurunca, di cui faceva parte) erano fuggiti sui colli creando un borgo fortificato. L’accoglienza e le richieste di aiuto ebbero risultati molto alterni, ma spesso e volentieri gli scauresi non furono protetti ed accolti dalle mura traettane. Persino durante le guerre napoleoniche gli abitanti di Traetto si rifiutarono di accogliere i profughi scauresi, con risultati prevedibili per questi ultimi.
Dopo l’esilio a Gaeta, nel 1850, Pio IX si fermò in quella che era la cappella privata della famiglia dei duchi del territorio (che possedevano anche il castello di Minturno), i Caracciolo-Carafa. Tale cappella è stata poi ingrandita ed abbellita ed oggi è la chiesa della Santissima Immacolata, sulla via Appia. Nel XX secolo, è stato posto preferito di preghiera e ritiro spirituale per la regina Elena del Montenegro, moglie di re Vittorio Emanuele III, che spesso vi si recava.
Dopo l’unificazione d’Italia, la località è stata unita a Traetto sotto il nuovo nome di Minturno, di cui è la frazione demograficamente ed economicamente più importante (anche del capoluogo stesso).
Dopo essere stata sede delle cartiere pregiate del Regno delle Due Sicilie e di fabbriche di laterizi (ancora oggi visibile la sede della fabbrica Sieci, che il Comune vorrebbe ristrutturare e dedicare a spazio culturale), oggi Scauri è una rinomata località turistica, che attira per il suo mare, il clima mite tutto l’anno e le sue bellezze naturalistiche. Dal 2001 (come tutto il Comune di Minturno) è riconosciuta come Bandiera Blu, una delle sei del Golfo di Gaeta