Il nostro Palasport

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PalaBorrelli

È la casa della Fortitudo Scauri. Si trova in via Cristoforo Colombo, 36, la parallela del lungomare della località, a poche decine di metri dalla spiaggia, facilmente e piacevolmente visibile dalle sue finestre, in area periferica, non lontano dalla località Marina di Minturno.
Costruito ad inizio degli anni ’80 in sostituzione della storica Arena Mallozzi, primo polo cestistico della località, il “Palazzetto dello Sport”, in seguito dedicato al giocatore scaurese Claudio Borrelli, è la casa della Fortitudo Scauri e di tutte le società sportive della località.
A seguito di ristrutturazioni ed ampliamenti avvenuti nel tempo, è composto da un palazzetto in muratura dalla capacità formale di 800 posti a sedere (circa 1200 totali compresi posti in piedi) e di un pallone tensostatico collegato alla struttura principale tramite un corridoio coperto. Due ampi parcheggi sui piazzali adiacenti (sosta gratuita nel periodo 01/10 - 31/03 dell'anno) permettono la sosta degli spettatori. Un ulteriore piccolo accesso interno permette il parcheggio di mezzi dei fruitori (tecnici, giocatori, arbitri) della struttura.
Dedicato al cestista Claudio Borrelli prematuramente scomparso nel 1996, è un punto di riferimento per lo sport dell’intero Golfo di Gaeta. Numerose squadre, non solo scauresi o minturnesi, di vari sport hanno avuto del PalaBorrelli la loro casa. Tra loro da menzionare il Formia Basketball serie B (orfano del proprio palasport) durante l’anno cestistico 2021-22.
All’interno del palasport, come anche dell’altra struttura della località (l’Arena Vito Mallozzi, storica sede delle prime avventure cestistiche scauresi, oggi ristrutturata come area aperta con gradinate in cemento da circa 300 posti e posta poco più di un km a nord, sul lungomare, in zona adiacente alla villa comunale), si svolgono anche attività extrasportive e culturali che fungono da richiamo e fonte di coesione dell’intera popolazione.

La località

Posta in area centrale del golfo di Gaeta (Riviera di Ulisse), è la principale e più popolosa frazione (circa 8000 abitanti) del comune di Minturno.

Di origine ausona con il nome di Pirae, non partecipò alle guerre della “Pentapoli Aurunca” (come invece la vicina Minturnae) contro i romani nella seconda metà del IV secolo a.C., e venne perciò risparmiata dai vincitori, che, al contrario delle città sconfitte, ne fecero sede di “villae”. Dell’antica Pirae sono ancora visibili le mura megalitiche e parte di una porta d’ingresso alla città, oggi in terreno privato, ma visitabile su prenotazione.

Attorno al 115 a.C., il suo porto ed una villa sontuosa furono proprietà di Marco Emilio Scauro, princeps senatus, da cui, in seguito, la località prese il nome.


Nel medioevo fu parte del Ducato di Gaeta e, per breve tempo, del Ducato di Traetto, come gran parte del territorio circostante, seguendone le alternanti vicende. Fondamentalmente, in ogni caso, fu per lo più un borgo di pescatori.

Il 6 Maggio 1435, partendo da Scauri, Alfonso IV d’Aragona il Magnanimo cominciò la sua campagna militare che lo portò ad essere incoronato nel 1443 “Re Utrusque Siciliae”. Oggi un monumento accanto alla darsena di Scauri ricorda l’evento

Molto ebbe a soffrire la località per le incursioni dei saraceni, che spesso fecero della piana del Garigliano e del Golfo di Gaeta loro basi temporanee, nonché posti dove reclutare forzatamente schiavi e marinai. E Scauri, da sempre dedita alla pesca, fu un buon bacino di cattura per Dragut ed i suoi. Per avvistare per tempo l’arrivo dei nemici in territorio scaurese (ed in aree limitrofe lungo la costa) vennero costruite torri di avvistamento. L’unica, parzialmente, arrivata fino a noi è la cosiddetta “Torre dei Cavallari” posta sui roccaforti del Monte d’Oro

Spesso i pescatori scauresi durante gli assalti nemici chiesero aiuto agli abitanti della vicina Traetto (oggi il centro storico di Minturno), ovvero coloro che, nell’VIII secolo d.C., dalla fiorente città romana di Minturnae (erede ricostruita dell’originale città ausone rasa al suolo al termine delle guerre romane contro la Pentapoli Aurunca, di cui faceva parte) erano fuggiti sui colli creando un borgo fortificato. L’accoglienza e le richieste di aiuto ebbero risultati molto alterni, ma spesso e volentieri gli scauresi non furono protetti ed accolti dalle mura traettane. Persino durante le guerre napoleoniche gli abitanti di Traetto si rifiutarono di accogliere i profughi scauresi, con risultati prevedibili per questi ultimi.

Dopo l’esilio a Gaeta, nel 1850, Pio IX si fermò in quella che era la cappella privata della famiglia dei duchi del territorio (che possedevano anche il castello di Minturno), i Caracciolo-Carafa. Tale cappella è stata poi ingrandita ed abbellita ed oggi è la chiesa della Santissima Immacolata, sulla via Appia. Nel XX secolo, è stato posto preferito di preghiera e ritiro spirituale per la regina Elena del Montenegro, moglie di re Vittorio Emanuele III, che spesso vi si recava.


Dopo l’unificazione d’Italia, la località è stata unita a Traetto sotto il nuovo nome di Minturno, di cui è la frazione demograficamente ed economicamente più importante (anche del capoluogo stesso).

Dopo essere stata sede delle cartiere pregiate del Regno delle Due Sicilie e di fabbriche di laterizi (ancora oggi visibile la sede della fabbrica Sieci, che il Comune vorrebbe ristrutturare e dedicare a spazio culturale), oggi Scauri è una rinomata località turistica, che attira per il suo mare, il clima mite tutto l’anno e le sue bellezze naturalistiche. Dal 2001 (come tutto il Comune di Minturno) è riconosciuta come Bandiera Blu, una delle sei del Golfo di Gaeta